Il sale da cucina fa male? la verità dalla scienza

Quanto sa di sale lo pane altrui…diceva il poeta, ma fuor di metafora purtroppo ad oggi di sale lo sanno un bel pò di alimenti…..
Cosa possiamo fare? Cosa ci consigliano la scienza e le istituzioni sanitari?
Indice dei contenuti
Il nemico invisibile
Se siete ipertesi questo articolo vi interesserà particolarmente; se non lo siete, vi interesserà ancora di più.
Questo perchè probabilmente non avete la consapevolezza di cosa si nasconde in molti nostri cibi, di quale subdolo nemico ci portiamo quotidianamente sulle nostre tavole.
Se riflettete un attimo, troverete anche voi ingiusto che l’industria alimentare sia in grado di “nascondere” così tanto sale nel nostro cibo e che la responsabilità di una vita più sana ricada ingiustamente sul pubblico per “cercare” opzioni di cibi con sale in quantità inferiori.
Sappiamo tutti che dovremmo aggiungere meno sale al nostro cibo a tavola o durante la cottura, ma il sale viene aggiunto anche a molti altri prodotti come pane, cereali per la colazione, torte, biscotti e salse e spesso non riusciamo nemmeno ad accorgercene.
Quando si mangia al ristorante è impossibile sapere quanto sale c’è nel cibo perché gli chef aggiungono un livello di condimento diverso ogni volta che cucinano un piatto.

Scopriamo qualcosa sul sale
Il sale da cucina, noto anche come cloruro di sodio, è composto da circa il 40% di sodio e il 60% di cloruro.
Aromatizza i cibi e viene utilizzato come legante e stabilizzante.
È anche un conservante alimentare, in quanto i batteri non possono prosperare in presenza di un’elevata quantità di sale. A tale scopo è ancora oggi usato in norcineria, ma il suo utilizzo affonda la radici nell’antichità. Basti solo ricordare, tra gli altri, l’utilizzo che ne facevano degli Egizi per la mummificazione.
Il corpo umano richiede una piccola quantità di sodio per condurre gli impulsi nervosi, contrarre e rilassare i muscoli e mantenere il giusto equilibrio di acqua e minerali.
Si stima che abbiamo bisogno di circa 500 mg di sodio al giorno per queste funzioni
Limiti consigliati di consumo
L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) raccomanda un consumo giornaliero di sale inferiore ai 5 grammi, corrispondenti a circa 2 grammi al giorno di sodio.
Il consumo di sale in Italia e nel mondo
Si calcola che un italiano consumi, in media, circa 10 grammi di sale al giorno, quindi il doppio della soglia consigliata dall’OMS e quasi dieci volte la quantità realmente necessaria all’organismo.
Altro dato su cui riflettere: il 75% della quantità di sale giornaliero consumato proviene dai prodotti acquistati nei negozi (pane, prodotti da forno, prodotti caseari e salumi).
Sono dati particolarmente gravi, nel mondo la situazione non è molto diversa.
A livello globale la maggior parte della popolazione adulta consuma tra gli 8 e i 15 grammi di sale al giorno. La riduzione dell’assunzione di sale ai livelli raccomandati dall’Oms potrebbe prevenire 2,5 milioni di morti ogni anno.
Gli effetti del sale
Decine di studi nel mondo hanno evidenziato i danni alla salute di un consumo eccessivo di sale.
Quest’ultimo infatti determina un aumento della pressione arteriosa, con conseguente aumento del rischio di insorgenza di gravi patologie cardio-cerebrovascolari correlate all’ipertensione arteriosa, quali infarto del miocardio e ictus cerebrale.
L’introito di sale è stato, inoltre, associato anche ad altre malattie cronico-degenerative, quali tumori dell’apparato digerente, in particolare quelli dello stomaco, osteoporosi e malattie renali.
Secondo gli ultimi dati disponibili, in Italia l’ipertensione arteriosa colpisce in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne e di questi rispettivamente il 19% e il 14% sarebbe ad alto rischio per lo sviluppo di patologie cardiovascolari o renali.
E il potassio?
Il rischio di andare incontro a ipertensione aumenta ulteriormente se la dieta è allo stesso tempo ricca di sodio e carente di potassio, un minerale presente nella frutta (sia fresca che secca) e nelle verdure.
La settimana del sale
Anche quest’anno era stata organizzata dal World Action on Salt & Health, la Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale.
L’evento, previsto nella settimana dal 9 al 15 marzo, ha avuto come tema “Hide and Seek” (nascondi e cerca) per richiamare l’attenzione della popolazione sul sale “nascosto” all’interno dei cibi e la necessità di “cercare” cibi con un contenuto ridotto.
I noti eventi del COVID 19 hanno di fatto ostacolato il regolare svolgimento dell’evento, ma rimane forte il messaggio trasmesso e la serie di iniziative correlate.
Azioni governative e societarie
Come detto prima le azioni da intraprendere per il controllo del consumo di sale da cucina non possono e non devono ricadere solo sul consumatore finale.
E’ pertanto assolutamente necessario il coinvolgimento del Ministero dalla Salute, di enti pubblici e privati, dell’intera filiera agro-alimentare (artigiani, piccole imprese, grande industria, catene di distribuzione).
Un importante ente italiano che sta svolgendo un azione di controllo e prevenzione nel campo della salute italiana è il SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana)
Questa organizzazione si adopera per il conseguimento dell’obiettivo OMS di riduzione globale del consumo di sale del 30% entro il 2025.
In occasione della già citata Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale 2020, la Società Italiana di Nutrizione Umana ha lanciato la campagna “Più salute con meno sale e meno zuccheri” richiamando l’attenzione sull’importanza di leggere le etichette dei cibi e preferire quelli meno ricchi di sale e zucchero per contrastare i danni prodotti dall’abuso di sale e zuccheri.
Il Programma Nazionale Guadagnare Salute* , del Ministero della Salute, invece, promuove campagne informative sull’adozione di stili di vita salutari per la popolazione.
Punto di partenza assolutamente condivisibile è “Molti nemici della salute si possono prevenire non fumando, mangiando in modo sano ed equilibrato, non abusando dell’alcol e ricordando che lʼorganismo richiede movimento fisico” (programma Guadagnare Salute (pag.2).
Impora
I produttori primari, come gli allevatori, e lʼindustria di trasformazione dovrebbero essere incoraggiati, con accordi da raggiungere anche tramite incentivi, a ridurre progressivamente i contenuti di grasso totale, grassi saturi, zucchero e sale aggiunti nei prodotti.
programma Guadagnare Salute (pag.13, punto 3.A)
Cosa fare?
Come consumatori finali possiamo comunque fare molto su questo tema.
La riduzione del consumo di sale è al primo posto
tra le modificazioni raccomandate dello stile di vita.
Prendiamo a prestito direttamente le raccomandazioni presenti sul sito del Ministero della Salute:
- Leggiamo attentamente l’etichetta nutrizionale per scegliere, in ciascuna categoria, i prodotti a minore contenuto di sale e cercare i prodotti a basso contenuto di sale, cioè inferiore a 0.3 grammi per 100 g (corrispondenti a 0.12 g di sodio)
- Riduciamo l’uso di sale aggiunto in cucina, preferendo comunque, ove necessario, minime quantità di sale iodato.
- Limitiamo l’uso di altri condimenti contenenti sodio (dadi da brodo, maionese, salse, ecc.) e utilizziamo in alternativa spezie, erbe aromatiche, succo di limone o aceto per insaporire ed esaltare il sapore dei cibi.
- Non portiamo in tavola sale o salse salate, in modo che non si acquisisca l’abitudine di aggiungere sale sui cibi, soprattutto tra i più giovani della famiglia.
- Riduciamo il consumo di alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, alcuni salumi e formaggi, cibi in scatola).
- Scoliamo e risciacquiamo verdure e legumi in scatola, prima di consumarli.
- Evitiamo l’aggiunta di sale nelle pappe dei bambini, almeno per il primo anno di vita.
A questi consigli aggiungiamo senz’altro quello di portare sulla vostra tavola cibi con buon contenuto di potassio.
NON SIETE VOI CHE TROVATE IL SALE…MA E’ IL SALE CHE TROVA VOI!!!
Con alcuni piccoli passi possiamo fare veramente molto per la nostra salute e quella dei nostri figli.
E per finire…..un utilissimo tool
….. ecco i risultati di un’ indagine su circa 3000 etichette, eseguita nell’anno 2013-2014, a cura del Gruppo di Lavoro per la Riduzione del Consumo di Sale in Italia che mostra le quantità di sale per gruppi di alimenti.
Utilissimo per valutare da voi stessi cosa scegliere nelle vostre scelte quotidiane.
Ecco il link per scaricare la tabella.
- *http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_605_allegato.pdf