Le zone blu, oasi di longevità

La longevità è un dono di natura? E’ vero che il corpo umano può vivere fino a 120 anni (e non è uno slogan di Panzironi)?
Perchè negli USA a fronte di un’aspettativa di vita sui 78 anni, almeno 10000 americani nel 2004 hanno varcato la soglia dei 100 anni?
Con queste domande in testa, una spedizione di National Geographic, condotta da Dan Buettner, giornalista ed esploratore, dopo 10 anni di indagini, analisi e giri in tutto il mondo, arrivò a scoprire 5 zone nel mondo molto particolari*.

Queste zone, denominate “zone blu“, hanno una caratteristica in comune molto importante, di essere abitate da persone con la speranza di vita notevolmente superiore al resto del mondo.
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Le zone blu nel mondo
Eccole elencate, sono delle zone che anche solo a vederle in foto ci si sente rinascere 🙂
Icaria in Grecia dove c’è il tasso di demenza più basso d’Europa;
Okinawa in Giappone, dove vivono le donne più longeve del pianeta; sulla dieta di Okinawa, trovi l’articolo qui
Ogliastra, in Sardegna, dove c’è la più alta concentrazione di centenari maschi del mondo; in un altro articolo viene esaminato in dettaglio il fenomeno sardo
Loma Linda, in California dove gli abitanti vivono in media dieci anni di più rispetto alla media americana. Gran parte degli abitanti appartengono al gruppo religioso degli Avventisti.
Penisola di Nicoya, in Costa Rica dove il tasso di mortalità tra la popolazione di mezza età è il più basso del pianeta.
I fattori di longevità: i Power 9
Dopo aver identificato le zone, Dan e il suo team di demografi, scienziati ed antropologi riuscirono a estrapolare i fattori comuni a queste zone, ne classificarono ben 9.
Sono stai esclusi fattori di tipo genetico, troppo differenti e distanti tra loro sono i luoghi in questione.
Inoltre uno studio svedese† il Danish Twin Study ha ha stabilito che solo il 20% circa della durata media della vita di una persona è dettata dai nostri geni, mentre l’altro 80% è dettato dal nostro stile di vita.
I fattori sono stati chiamati Power 9. Eccoli brevemente sintetizzati, sono tutti fattori fondamentali riconosciuti come tali in decine e decine di studi:
- Attività fisica moderata e regolare. Le zone blu sono spesso a carattere rurale, con impieghi e compiti manuali spesso onerosi, con scarsi mezzi di trasporto. L’attività fisica pertanto è garantita da queste attività giornaliere.
- Scopo della vita. I nativi di Okinawa lo chiamano “Ikigai” e i nativi di Nicoya lo chiamano “plan de vida”; per entrambi significa “perché mi sveglio la mattina“. Conoscere il proprio senso dello scopo vale fino a sette anni di aspettativa di vita extra
- Riduzione dello stress. Non pensiamo che siano popolazioni immuni da stress, vanno incontro a stress quanto noi, la vera differenza è nell’avere gli strumenti per fronteggiarla,. Gli abitanti di Okinawa si prendono qualche momento al giorno per ricordare i loro antenati, gli avventisti pregano, gli ikariani fanno un pisolino e i sardi fanno l’happy hour.
- Moderato apporto calorico. In tutte le zone blu le persone tendono ad avere una dieta ipocalorica e ipernutriente, ossia con cibi non raffinati, scarsamente calorici ma ricchi di nutrienti.
- Dieta a base vegetale. Vengono utilizzati quasi ovunque cibi di origine vegetale, ricchi di nutrienti importanti, vitamine e antiossidanti. Soprattutto troviamo fagioli, fave, lenticchie, soia. Poca carne, una media di 5 volte al mese.
- Moderato apporto di alcolici, soprattutto vino. Le persone in tutte le zone blu (ad eccezione degli avventisti) bevono alcolici con moderazione e regolarità. I bevitori moderati sopravvivono ai non bevitori. Il trucco è bere 1-2 bicchieri al giorno (preferibilmente vino Cannonau sardo), con gli amici e/o con il cibo.
- Impegno nella spiritualità o nella religione. Tutti i 263 centenari intervistati, tranne cinque, appartenevano ad una comunità di fede. La tipologia di fede non sembra avere importanza. Le ricerche mostrano che la partecipazione a servizi basati sulla fede quattro volte al mese può aggiungere 4-14 anni di speranza di vita.
- Impegno nella vita familiare. I centenari di successo nelle zone blu mettono le loro famiglie al primo posto. Questo significa mantenere i genitori e i nonni anziani nelle vicinanze o in casa (riduce anche il tasso di malattie e di mortalità dei bambini in casa). Si impegnano con un compagno di vita e investono nei loro figli con tempo e amore
- Impegno nella vita sociale. Le persone più longeve del mondo, hanno scelto o sono nate in ambienti sociali che sostenevano comportamenti sani, gli abitanti di Okinawa hanno creato i “moais”, gruppi di cinque amici che si impegnano l’un l’altro per tutta la vita. Le ricerche dei Framingham Studies‡* dimostrano che il fumo, l’obesità, la felicità e persino la solitudine sono contagiosi. Così le reti sociali di persone longeve hanno plasmato favorevolmente i loro comportamenti di salute.
Applicazione dei Power 9 nella vita quotidiana: il blue zone Project
I fattori non sono rimasti confinati ai 5 luoghi in questione ma sono stati portati dai responsabili del progetto nelle comunità di tutti gli Stati Uniti.
Qui, lavorando con i responsabili politici, le imprese locali, le scuole e i singoli individui, questi manager hanno dato forma agli ambienti delle comunità del progetto Blue Zones.
Secondo i responsabili del progetto, le comunità del progetto Blue Zones Project sono state in grado di aumentare l’aspettativa di vita, ridurre l’obesità e rendere la scelta sana la scelta facile per milioni di americani.
Vero o non vero, sicuramente ad oggi il progetto di Dan Buettner ha raggiunto dimensioni enormi, i libri scritti dal giornalista, tra cui segnaliamo The Blue Zones, sono dei best-sellers a livello mondiale. E’ stato creato un vero e proprio brand che vende prodotti nutrizionali.
Per approfondire il tema non posso che indicarvi il sito principale del progetto https://www.bluezones.com/
Se poi alla fine volete farvi un bel test di longevità per capire quanto sarà la vostra aspettativa di vita, collegatevi al sito in questione e scoprirete dei consigli utili per migliorare il vostro stile di vita
Riflettiamoci bene: quanti di questi elementi sono nella nostra frenetica e stressata vita? quanto peso diamo ai rapporti sociali e spirituali? come curiamo la nostra alimentazione?
Limiti e Conclusioni
Operazione di Marketing? Saggezza antica adattata alle conoscenze moderne? La vera formula dell’eterna giovinezza? Le zone blu devono servirci da esempio o sono modelli lontani e irraggiungibili?
Certo, i risultati di questi studi potrebbero essere giudicati scientificamente eccepibili, molti sono frutto di analisi epidemiologica con tutti i limiti che essa comporta.
Ma sicuramente ci portiamo a casa il grande insegnamento da tutto questo: possiamo fare moltissimo per la nostra salute e il nostro benessere anche solo migliorando uno o più dei fattori indicati nell’articolo.
Molti degli stili di vita descritti sopra non sono nuovi al genere umano, molte culture spirituali occidentali e orientali hanno propugnato per secoli questi comportamenti, basati essenzialmente su un profondo rispetto di se stessi e degli altri.
Oggi una nuova branca della medicina, l’epigenetica, ci spiega come non siamo vittime predestinate dei nostri geni, ma che attraverso il nostro modo di pensare andiamo ad attivare determinati geni piuttosto che altri, generando di fatto malattia o salute.
Concludo con la frase di un certo Stamatis Moraitis, diagnosticato malato terminale oncologico a 66 anni in America poi trasferitosi e vissuto per altri 37 anni ad Ikaria.
Alla domanda: Qual’è il tuo segreto? Lui semplicemente risponde ” mi sono dimenticato di morire“
- *https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6125071/
- †Herskind AM, McGue M, Holm NV, Sorensen TIA, Harvlad B, Vaupel JW. The heritability of human longevity: a population-based study of 2,872 Danish twin pairs born 1870-1900. Hum Genet. 1996;96:319-323. [PubMed] [Google Scholar]
- ‡https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736%2813%2961752-3/fulltext